Fathomfolk – Il popolo degli abissi

Nella città semisommersa di Tiankawi il popolo degli abissi viene visto con diffidenza ed odio dagli esseri umani e le differenze sociali la fanno da padrone. 
Kira, la Capitana di frontiera mezzosangue, e il suo fidanzato Kai, ambasciatore del Consiglio cittadino, cercano in tutti i modi di abbattere queste diversità; a loro si aggiunge la giovane e impulsiva Nami, sorella di Kai, che lotta per i suoi ideali e cerca di trovare il suo posto nel mondo.
"Fathomfolk - il popolo degli abissi" è il primo romanzo di Eliza Chan edito dalla Ne/oN che attingendo dalla mitologia orientale ci regala una lettura intensa e profonda

Autore: Eliza Chan

Casa editrice: Ne/oN

Data di pubblicazione: 04 settembre 2024

Genere: Asian Fantasy

Numero pagine: 416

Trama
Scrittura
Personaggi

Trama

Mira, mezza sirena e mezza umana, vede nella sua promozione a capitana della guardia di frontiera un’opportunità per riformare la società e farsi ascoltare dal Consiglio, di cui fa parte il fidanzato Kai – un drago acquatico – e abbattere le leggi che reprimono i poteri del popolo degli abissi, costringendolo a subire in silenzio. Guadagnare fiducia e rispetto degli umani, però, è difficile, soprattutto a causa del gruppo sovversivo dei Riflussi, che incita le masse alla violenza. Nami è la sorella di Kai: ha un’opinione su tutto, è decisa a lottare contro le ingiustizie subite dal suo popolo e si getta a capofitto nella lotta anti-umani del gruppo estremista. Ma persino Nami è costretta a rendersi conto i suoi nuovi amici non sono ciò che sembrano. Sia lei che Mira dovranno decidere se il costo del cambiamento vale davvero la pena, o se Tiankawi debba essere destinata a sprofondare.

Era solo diverso. E diverso non era un male. Diverso significava semplicemente guardare le cose de un’altra angolazione

Fathomfolk – Il popolo degli abissi

Recensione

A Tiankawi, la città semisommersa, convivono umani e creature del popolo degli abissi ma questi ultimi vengono denigrati, additati, guardati con diffidenza e odio in quanto ritenuti responsabili delle rivolte che portarono al declino della città. Solo pochi fortunati sono riusciti a guadagnarsi un posto nella società ma vengono comunque visti con diffidenza e riserbo. Tra le strade e gli abissi della città ci troviamo a seguire le vicende di tre donne: Mira, Nami e Cordelia. Mira è una mezzosangue, una “creatura di estuario” come si definisce lei: suo padre era umano mentre sua madre è una sirena; cresciuta in povertà nei quartieri degradati riservati al popolo degli abissi, è riuscita a farsi strada fino a venire nominata Capitano delle guardie di frontiera, un ruolo che a quanto pare mai era stato affidato a un “non umano”. Nonostante la sua posizione, Mira si scontra quotidianamente con i pregiudizi e la diffidenza legati alle sue origini, ritrovandosi a lottare per farsi rispettare dai cittadini, umani e non, ma anche da altri funzionari dell’ordine, che non accettano la sua posizione e quindi la sua autorità. Nami è una creatura degli abissi particolare e rara: è infatti una degli ultimi draghi d’acqua rimasti. Cresciuta lontano dalla vita della città di Tiankawi, Nami non ha un’idea precisa di come il popolo degli abissi venga trattato al di fuori del suo regno. In una fase di ribellione tenta di rubare la preziosa sfera di drago custodita negli uffici della madre, viene ovviamente beccata e come punizione sua mamma decide di mandarla proprio a Tiankawi, dove verrà affidata alla supervisione del fratello Kai, un ambasciatore nonché compagno di Mira. Quando Nami arriva in città è disorientata e rimane senza parole per la situazione in cui vive il popolo degli abissi e, grazie alla sua giovane età e al suo animo ribelle, finirà ben presto coinvolta nelle attività sovversive dei Riflussi, un gruppo di abitanti degli abissi che non accetta la situazione in cui vivono e che incolpano gli umani per ogni cosa, arrivando a mettere in piedi proteste di ogni genere, la maggior parte non molto pacifiche. Infine abbiamo Cordelia, la strega degli abissi che attraverso favori e sotterfugi ha legami praticamente con quasi tutta la società, marina e non, e non si fa scrupoli a cercare di perseguire i suoi interessi personali senza guardare in faccia a nessuna delle due fazioni. Le storie delle tre donne si intrecciano nel corso del romanzo in una storia di diversità e ribellione, nella quale ognuna lotta per i proprio ideali senza vedere che forse, sotto sotto, tutte e tre perseguono lo stesso obiettivo.

“Fathomfolk – Il popolo degli abissi” è il romanzo d’esordio di Eliza Chan edito dalla Ne/oN e, nonostante le premesse che sembravano molto buone, a mio parere è un grande NI.

Sicuramente l’idea di fondo è molto interessante ed accattivante: ispirarsi alla mitologia orientale per scrivere un romanzo incentrato sulle diversità sociali e che spinge il lettore a porre l’attenzione sulle discriminazioni derivanti dall’estrazione sociale e dalle proprie origini…però credo che l’autrice avrebbe potuto svilupparlo un po’ meglio. Per quasi metà libro assistiamo ad una costante denuncia delle situazioni disagiate del popolo degli abissi e ho avuto l’impressione che l’autrice girasse continuamente intorno a qualcosa senza però arrivare mai al punto. La seconda parte del romanzo è più movimentata e sicuramente cattura maggiormente l’attenzione del lettore fino al culmine del finale, che devo ammettere ho apprezzato molto e mi ha emozionata; però il fatto che eventi clou si sviluppino molto in là nel libro a mio parere rischia di far perdere un po’ l’interesse del lettore.

Personalmente non ho amato particolarmente la scrittura della Chan, l’ho trovata a tratti confusionaria e non nascondo che alcune volte ho dovuto rileggere dei passaggi per chiarirmi le idee. Una cosa che avrei apprezzato e di cui ho sentito la mancanza è un glossario in cui dare qualche nozione in più sulle specie citate nel corso dell’opera. Certo, con una rapida ricerca in Internet chiunque può documentarsi in merito, però penso che sarebbe stato molto apprezzato e utile.

Mira, Nami e Kai mi sono piaciuti molto. Mira con la sua determinazione incrollabile ed il suo senso del dovere che la spinge a cercare di fare sempre la scelta migliore per gli altri, anche se questo comporta per lei sofferenza e solitudine. Kai, così innamorato di Mira da mettere in gioco ogni cosa per aiutarla e per portare avanti la loro lotta a questa società malata che si guarda con odio e diffidenza, sperando di riuscire ad arrivare ad una realtà in cui umani e popolo degli abissi potranno convivere e aiutarsi a vicenda. E infine Nami, per cui inizialmente non nutrivo molta simpatia perché mi dava l’idea di essere una ragazzina viziata che pensa di poter cambiare il mondo con le sue idee, a suo parere innovative e rivoluzionarie, che non riesce a prendere posizione cambiando atteggiamento in base alla compagnia. Ma piano piano ho capito che altro non è che una giovane che sta ancora cercando il suo posto nel mondo, una ragazza che si ritrova in mezzo a due mondi così diversi che la spingono costantemente a scegliere da che parte stare in maniera anche brutale, e non può fare altro che provare, anche sbattendo la testa, per capire infine cosa vuole da sé stessa e dal suo futuro.

In conclusione non mi sento di dare un voto negativo al romanzo perché, come ho detto, ritengo che l’idea di fondo sia molto valida e apprezzo sicuramente il tentativo dell’autrice di parlare di temi così delicati ed attuali cercando di renderli più intriganti usando la mitologia; però forse c’è ancora qualcosina da migliorare. “Fathomfolk” è un romanzo in cui il fantasy diventa quasi un “contorno” per denunciare un mondo di diffidenza, cattiveria ed esclusione sociale ed in questo senso ho molto apprezzato il lavoro dell’autrice. Proprio per questo, però, non consiglierei il romanzo agli amanti del puro genere fantasy, ma sicuramente lo consiglierei a chi cerca una lettura un po’ più impegnata e profonda.

Link per l’acquisto: Fathomfolk – Il popolo degli abissi